Per chi si è mai cimentato nella magia dei sigilli, il nome di Austin Osman Spare non sarà sicuramente poco noto. Se poi qualcuno ha tentato di approfondire ulteriormente, avrà sicuramente preso confidenza con il “sistema magico”, una metodologia basata su alcuni cardini fondamentali, uno dei quali è l’interrelazione tra KIA e ZOS (KIA=realtà primordiale, ZOS=il corpo come incarnazione in questo universo).
Non stupisce che il suo metodo elabori una tecnica di sigillazione che tutti sentiamo molto vicina: era tanto occultista quanto disegnatore, non stupisce che abbia sviluppato un sistema che avesse tra i principali punti di riferimento il disegno di simboli (sigilli). Ma ciò che a me come a molti altri ha sempre lasciato estereffato è stato il coraggio con cui rispose ad hitler quando gli chiese un ritratto.
La sua opera aveva infatti incuriosito anche Dalì, non passava certo inossevata. Quando Hitler tentò di commissionargli un ritratto, lui ebbe l’aridire di rispondergli “Se lei è un superuomo, che io rimanga sempre un animale!”
Mi sono sempre chiesto come fosse stato possibile per lui farla franca dopo aver risposto così ad una persona così “complicata” come Hitler. Ebben la risposta è: non la fece franca affatto. Pare che durante la seconda guerra modiale, lo studio di Spare venne centrato da una bomba nel corso di un Blitz tedesco. Per un bel periodo Spare perse luso delle mani.
Ma questo spirito indomito, ai limiti dell’incosciente, non stupisce affatto, anzi completa una figura così anticonformista e non vincolata ad alcuno stereotipo o regola. Un iconoclasta, che detestava il simbolismo della magia cerimoniale. Un personaggio che non smetteremo mai di scoprire.

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